CHIAPAS E DINTORNI. LESBICHE E ZAPATISMO.

 

 

Stavano così pensando, parlandosi, apprendendo, quando la pioggia si fermò nella metà della sera senza scendere né salire, gli uomini e le donne di mais si fermarono a guardare e anche i primi Dei ed ecco che inizia a dipingersi un ponte di luce, nuvole e colori che venivano dalla montagna, a valle arrivava il ponte e poi chiaro si vedeva che il ponte di colore, nuvole e luci non andava da nessuna parte né veniva da nessun lato ma se ne stava lì sopra la pioggia e il mondo. […] e quindi capirono che il ponte di colori,nubi e luci, non viene fino a quando non serve per andare o per venire e quindi divennero tutti allegri poiché stavano pensando e apprendendo e seppero che questo era il buono, essere ponte perché vadano e vengano i mondi buoni, i nuovi, che noi facciamo.

 

La leggenda dei 7 arcobaleni. (1)

 

 

E’ noto che lo scorso autunno ( 2005) con la lettura pubblica della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, gli zapatisti del Chiapas ( Messico) hanno chiamato tutti gli oppressi alla lotta contro il neoliberismo e lo sfruttamento di donne, uomini e bambini/e in qualunque forma si presenti, ovvero sia che si presenti in forme tradizionali e patriarcali di dominio , sia che assuma le molte maschere dell’imperialismo economico e politico. La Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona nomina tra gli oppressi, esplicitamente e per la prima volta su iniziativa di un movimento rivoluzionario del terzo mondo, anche lesbiche, gay e transessuali ( nonché transgender) e li invita ad entrare in contatto con gli zapatisti esponendo le proprie richieste di dignità e diritti e denunciando i soprusi di cui sono sempre più frequentemente vittime. Il sub comandante Marcos, pochi mesi fa prese in giro un vescovo messicano che paragonava gay e lesbiche a scarafaggi e ricordava al suddetto vescovo che gli scarafaggi sono in grado di sopravvivere ai disastri nucleari e a molto altro. Un modo per sdrammatizzare , ma che ricorda a tutti i teocons che non sono soli al mondo.

 

Il quattro marzo di quest’anno a  Quéretaro , Quo, una piccola cittadina messicana, il delegato zero ( sempre il sub Marcos) nell’ambito del suo viaggio per il paese dove ha luogo l’altra campagna ,  contrapposta alla tradizionale campagna elettorale che vede una forte critica degli zapatisti, ha ricordato la figura di Octavio Aruna , attivista per i diritti gay ucciso nell’ottobre del 2005 e sulla cui morte le autorità non fanno nulla a livello di serie indagini per trovare i colpevoli. (2)

 

In Messico i gruppi di lesbiche femministe e di gay politicizzati si sono mossi subito dopo l’annuncio della Sesta Dichiarazione dando una convinta adesione e recandosi in Chiapas per portare il racconto delle loro vite e la richiesta di vedere appoggiate le lotte per i diritti umani , civili e politici delle minoranze sessuali. Le lesbiche messicane sono attualmente molto attive nell’ambito politico vicino agli zapatisti ( e a quanto sappiamo lo sono state in molti modi fin dal 1994  dall’apparizione del movimento nelle montagne del sud est del Chiapas) e lo sono non in modo frammentario ma come movimento di lesbiche zapatiste internazionale.

 

Tracce storiche  

 

Verso la metà degli anni settanta si ebbe il primo tentativo di dar vita in Messico a un movimento di lesbiche femministe . Si formò un gruppo, Acratas, un collettivo fortemente politicizzato.

Nel 1977 nacque Lesbos e l’anno dopo un secondo gruppo organizzato che fu immediatamente visibile e dichiaratamente politico : Oikabeth I . Tutti questi gruppi avevano un’impostazione femminista .  Acratas era un gruppo anarco-femminista lesbico che mirava , seguendo anche le teorie di Monique Wittig, a una radicale trasformazione della cultura , della società e dell’essere donne.  Lesbos fu più un gruppo di riflessione e autocoscienza e non fu gruppo pubblico. Oikabeth I  era invece vicino al socialismo rivoluzionario e prese posizione pubblicamente .

Nel 1987 nacque la Coordinadora National de Lesbianas che all’inizio raggruppò 12 organizzazioni lesbiche di livello nazionale ( tre di Città del Messico) mentre altre associazioni presero altre strade.

Gli anni ottanta furono però anni di crisi e di calo di attenzione politica ( come un po’ ovunque) e forse proprio per questo anche in Messico prevalse per un po’ la tendenza di moda cioè lesbiche e gay da locali notturni, lesbiche patinate e presentabili secondo immagini accettabili e rigorosamente spoliticizzate o anche di destra.  Forte e motivata la critica a certi personaggi di questo mondo ( tutt’ora in circolazione) da parte dei gruppi politici lesbo-femministi e delle lesbiche zapatiste che mettono in rilievo come il patriarcato abbia buon gioco ad usare queste persone per incanalare le richieste di dignità e diritti nel modo più indolore per il sistema  e spesso togliendo forza alle lotte storiche di donne e lesbiche.

 

Scrive Yan Maria Castro in un documento sulla storia delle lesbiche messicane che è in corso di traduzione ( 3) : Le studiose delle tematiche di genere […] non hanno voluto capire che il lesbismo […] non è un’appendice del genere, ma lo trascende ed in questo è transgender  […] nel senso di vera trasgressione del genere imposto […]. Il lesbismo […] è un orientamento politico e il lesbismo femminista è una posizione politica. Il primo rappresenta una rottura dei ruoli storici imposti alle donne, il secondo nel prenderne coscienza si propone di trasformare la condizione di tutte le donne […] è ribellione delle donne per l’abolizione del patriarcato.

 

Si può notare che il radicalismo del femminismo rivoluzionario traspare in queste parole in modo vivace e che però poca attenzione, almeno in questi momenti politici, è data a quello che con Teresa De Lauretis possiamo chiamare lo spazio del desiderio .

 

Nel 2003 in Messico c’è la prima marcia lesbica a cui parteciperanno 4000 donne secondo le organizzatrici. Nel 2004 c’è una seconda marcia lesbica.

 

Attualmente il Movimento Lesbico Messicano è diviso in tre blocchi

1) le lesbiche femministe autonome ( radicali e forti numericamente ma non economicamente)

2) le lesbiche moderate ( gruppi più recenti e non sempre femministi)

3) le lesbiche socialiste o di sinistra ( gruppi disarticolati al momento, di cui fa parte anche il Fronte contra il feminicidio) .

Con l’adesione di molte lesbiche alla Sesta Dichiarazione è stato creato un Movimento di lesbiche zapatiste internazionale che nel web ha canali che cominciano a poco a poco a funzionare. Una difficoltà a quanto ci è dato capire, è dovuta alla povertà di molte delle donne che ne fanno parte che infatti spesso non possiedono un computer e si rivolgono agli internet point. Questo rallenta la partecipazione e le comunicazioni, ma fino ad ora non ha impedito le prime iniziative e riunioni dei gruppi e delle militanti.

 

Alcune di loro si sono recate ad incontrare Marcos e poi sono andate nei villaggi indios a parlare con la gente e ad esporre il tipo di lotta che intendono portare avanti nell’ambito dell’adesione  alla Sesta Dichiarazione. Le difficoltà in Messico sono enormi e la prima è la forte repressione poliziesca e il controllo sui canali alternativi. Chiunque faccia attività con gli zapatisti corre il pericolo di essere ucciso.

 

In Italia un prossimo coordinamento

 

Nell’ambito del Campo Lesbico di Agape dal 13 al 17 aprile a Prali, ci sarà un momento di confronto e proposta per creare un coordinamento di lesbiche interessate a lavorare sulla Sesta Dichiarazione e in collaborazione con le lesbiche zapatiste internazionali. A tal proposito rimando a un mio testo uscito in A rivista di febbraio 2006 e presente anche in Leswiki con il titolo Il sogno che è già movimento.  Come ho scritto in quel testo : quello che leggo nella pratica zapatista è una volontà di fare che non giustifica i mezzi con il raggiungimento dei fini e pertanto costringe ad una pratica di vita che va cercata e voluta, che va messa in azione ogni giorno, per cambiare noi, qui dove siamo.

 

Aprire un momento di confronto ci sembra dunque necessario sia per portare in Italia la voce delle lesbiche messicane politicizzate ( dissidenti politico sessuali si definiscono prendendo le distanze sia dalle teorie della differenza , sia dal movimento Glbtq ) , sia per un fare concreto e zapatista ancora da costruire ma di cui sentiamo il bisogno.

 

La Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona ( leggibile sul sito di Carta www.carta.org ) è un documento poetico nella sua semplicità , ma di enorme importanza per chi vuole affrontare gli accidentati percorsi delle identità ( di genere, razza , classe e cultura) e delle politiche in questo XXI secolo.

 

Nadia Agustoni

 

Note.

1) La leggenda dei sette arcobaleni  Edizioni Gra ( grande raccordo autoproduzioni) 1996.

2) In  www.carta.org con il titolo Repressione intolleranza e omofobia di Hermann Bellinghaus

3) Yan Maria Castro ( documento in traduzione) : Il movimento lesbico femminista in Messico. La sua indipendenza rispetto ai movimenti femministi eterosessuali e ai movimenti gay e sua missione storica.  A cura di Germana Gemignani.