Ferruccio Parri
 

parri.jpg (6269 byte)


Nato a Pinerolo (TO) nel 1890, professore di lettere, giornalista. Durante il conflitto 1915-18 è ferito quattro volte al fronte; merita due promozioni sul campo e tre decorazioni; è associato all'ufficio operativo del comando supremo dell'esercito. Insegnante al Liceo Parini di Milano, redattore del "Corriere della sera". Aderisce a Giustizia e Libertà e nel '26 con Carlo Rosselli organizza l'espatrio clandestino del leader socialista Filippo Turati. Più volte arrestato e confinato a Ustica e Lipari, rifiuta la domanda di grazia. Nel 1930 è nuovamente assegnato al confino per 5 anni unitamente ad altri esponenti del movimento antifascista Giustizia e Libertà. Promotore del Partito d'Azione (PdA), partecipa alla Resistenza con il nome di battaglia di "Maurizio" e rappresenta il PdA nel Comitato militare del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI). E' poi nominato vice comandante del corpo volontari della libertà (CVL). Arrestato casualmente a Milano e affidato ai tedeschi viene trasportato in Svizzera nel quadro di uno scambio concordato di prigionieri con ufficiali germanici nelle mani dei partigiani. Partecipa attivamente alla fase conclusiva della Resistenza e all'insurrezione di Milano.

Nel 1945, dopo la Liberazione e la crisi del III governo Bonomi, diviene Presidente del Consiglio dei Ministri di un Governo di unità nazionale composto da democristiani, comunisti, socialisti, azionisti, liberali e demolaburisti. Parri è Presidente del Consiglio dal giugno al novembre del 1945, viene osteggiato da democristiani (per alcuni dei quali è “Fessuccio Parri” in quanto, terminata la lotta al fascismo, proponr una guerra senza quartiere alla mafia) e liberali che ne provocano la caduta a cui segue l’assunzione della guida dell’esecutivo da parte del democristiano Alcide De Gasperi.

Al momento della crisi del Partito d’Azione, nel marzo del '46 crea, con Ugo La Malfa (anch’egli ex azionista), il piccolo partito della Concentrazione Repubblicana che confluisce, poi nel Partito Repubblicano Italiano (Pri). Nel '46 viene eletto deputato della Costituente, nel '48 senatore.

Parri esce dal Pri nel 1953 in opposizione alla nuova le legge elettorale con premio di maggioranza (la cosiddetta “legge truffa”) dando vita, con il giurista ed ex azionista ed ex parlamentare socialdemocratico Piero Calamandrei, al movimento di Unità Popolare che contribuisce (seppur con pochi voti) al fallimento della legge elettorale voluta dal Ministro degli Interni Mario Scelba (Dc).

Eletto senatore nelle liste del PSI nel 1958, nel 1963 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat (Psdi) nomina Ferruccio Parri senatore a vita. Aderisce al gruppo al gruppo della Sinistra indipendente di cui è a lungo presidente e diventa direttore della rivista Astrolabio. 

Presidente della Federazione italiana associazioni partigiane (FIAP), è autore di importanti saggi sulla storia della Resistenza.

Muore a Roma nel 1981.