GALILEO GALILEI
 

A cura di Diego Fusaro

 




 

LA VITA , LE OPERE E IL PROCESSO

 

Galileo Galilei é lo scienziato che più di ogni altro ha contribuito alla riformulazione delle basi metodologiche della scienza moderna . Nello stesso tempo le sue innovazioni non interessano soltanto l'ambito tecnico-scientifico , ma hanno importanti risvolti filosofici : in base ad esse risulta notevolmente ridimensionata l' influenza del pensiero aristotelico sulla filosofia moderna e , contemporaneamente , viene definito un nuovo rapporto tra filosofia e scienza , da un lato , e filosofia e religione , dall'altro . Con buona ragione la "rivoluzione scientifica"del Cinque-Seicento è stata talvolta ricondotta alla "rivoluzione galileiana". Nato a Pisa nel 1564 , egli vi studia matematica sotto la guida di ostilio Ricci , a sua volta allievo di Nicolò Tartaglia , uno dei più illustri matematici del Cinquecento . A soli ventidue anni pubblica un'operetta sulla bilancetta idrostatica - La bilancetta era appunto il titolo dello scritto - in cui appare evidente l'influenza di Archimede , che già nell'Antichità aveva applicato la geometria allo studio della meccanica e dell'idrostatica e le cui opere erano state recentemente tradotte . Nel 1589 è nominato lettore di Matematica presso lo Studio ( l' università ) di Pisa : l'anno successivo scrive il De motu , in cui riprende la dottrina medievale di Buridano dell'impetus , prima embrionale formulazione - ancora in forma qualitativa - del principio di inerzia . Dal 1592 insegna matematica a Padova , dove rimarrà fino al 1610 : in una lettera posteriore ricorderà questi diciotto anni come i migliori della sua vita . Qui redige alcune opere di architettura militare e di fisica , tra cui il trattato Le meccaniche . Entra in contatto con l'ambiente aristotelico padovano ( soprattutto con Cesare Cremonini ) e con alcuni esponenti del mondo culturale veneziano ( come Paolo Sarpi , l'autore dell' Istoria del Concilio tridentino , e Giovan Francesco Sagredo , un nobile veneziano che diventerà suo discepolo ) . Risale a questi anni la costruzione del cannocchiale . Certamente Galilei non lo inventa , ma utilizza informazioni che gli erano pervenute dall' Olanda e più in particolare dai suoi espertissimi artigiani . E' tuttavia suo merito averlo perfezionato tecnicamente , trasformandolo in in un vero e proprio strumento scientifico . Servendosi del cannocchiale , infatti , egli realizza le sue importanti scoperte astronomiche. Pubblicate nel Sidereus Nuncius del 1610 , esse resero Galilei immediatamente famoso in tutto il mondo . Forte di questa fama , nello stesso 1610 , Galilei viene chiamato a Pisa con la nomina di "matematico e filosofo primario" del granduca di Toscana , nonchè "matematico primario" dello Studio pisano senza l' obbligo di insegnamento : l' elevato stipendio e la libertà da ogni impegno didattico (egli vive difatti a Firenze) gli consentono di concentrarsi esclusivamente sulla ricerca : escono alcune opere importanti : il Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua ( 1612 ) , l'Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari ( 1613 ) , il Discorso sul flusso e sul riflusso del mare ( 1616 ) , in cui si tenta di dimostrare la teoria copernicana ricorrendo al fenomeno delle maree . Proprio per questa sua difesa delle dottrine copernicane - che già alla fine del 1612 erano state dichiarate eretiche dai domenicani - Galilei viene denunciato al Sant' Uffizio , sempre ad opera di un domenicano : pr difendersi dall'accusa Galilei scrive una famosa lettera a Cristina di Lorena , madre del granduca , in cui sostiene che la Bibbia si occupa non di problemi scientifici , ma di questioni morali e religiose . Nel febbraio 1616 il Sant'Uffizio condanna la teoria copernicana e Galilei viene ammonito a non difenderla con i suoi scritti . Egli si astiene pertanto dall' occuparsi pubblicamente della questione copernicana e studia invece il fenomeno delle comete , da lui erroneamente ritenute , nel Saggiatore ( 1623 ) , un semplice effetto di rifrazione ottica . L' ascesa al soglio pontificio dell' amico cardinale Maffeo Barnerini , con il nome di Urbano VIII , incoraggia tuttavia Galilei a scrivere nuovamente sulla questione proibita , pubblicando nel 1632 il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo , tolemaico e copernicano . Per difendersi da ulteriori accuse , egli nell'opera prospetta la dottrina copernicana come una semplice ipotesi matematica (contrariamente a quanto aveva fatto prima , quando ne aveva sostenuto la verità reale ) ed evita di pronunciarsi a favore di una delle due alternative. Comunque le preferenze di Galilei per la teoria copernicana sono così manifeste , e così mal condotto è il suo tentativo di affermare la propria neutralità , che ai suoi avversari è facile denunciarlo nuovamente all' Inquisizione . E' interessante notare come la teoria copernicana , risalente a 50 anni prima di Galileo , per un lungo periodo non sia stata assolutamente condannata e solo quando se ne fa portavoce Galileo la Chiesa tuona contro : il motivo di questa pacifica convivenza tra Chiesa e dottrina copernicana , la quale comunque minacciava le Scritture sostenendo l' eliocentrismo , visto che nella Bibbia c' é scritto che si ordinò al Sole di fermarsi , é essenzialmente questo : la teoria copernicana non si capiva bene se fosse un modello " geometrico " oppure una realtà fisica : in altre parole Copernico era stato piuttosto ambiguo , senza effettivamente rivelare se lui sostenesse che il mondo fosse davvero come lo ipotizzava o se la sua fosse solo una ipotesi . Galilei invece , avvalendosi dell' apporto del telescopio , dimostra che la teoria copernicana non é un' ipotesi geometrica , ma é realtà fisica : é vero che la Terra gira intorno al Sole e non sta ferma ! Tuttavia , a conclusione del processo Galilei , costretto a riconoscere la propria colpevolezza per salvarsi la vita , fu condannato all'abiura : " con cuor sincero e fede non finta , abiuro , maledico e detesto li suddetti errori et heresie " ; tuttavia , pare che uscendo dal tribunale abbia detto " eppur si muove ! " , riferito alla Terra , che lui sosteneva in movimento , ma che aveva dovuto ammettere farma con l' atto di abiura . E' ben diverso l' atteggiamento e il processo a cui viene sottoposto Galileo rispetto a quello di Giordano Bruno : Bruno é condannato al rogo , Galileo abiura , ossia firma un documento dove c'é scritto che le sue teorie sono false e viene così salvato . Galileo é stato più volte criticato perchè pur di salvare la pelle ha fatto per così dire " marcia indietro " , rinunciando alle sue teorie . In realtà c'é una questione di fondo : la diversità degli atteggiamenti di questi due intellettuali , Giordano Bruno e Galilei , nasce non solo da diversità caratteriali , ma anche dagli ambiti di interesse dei due . Galilei é uno scienziato più che un filosofo : questo é significativo perchè la filosofia può aver bisogno di martiri perchè in qualche modo é una verità soggettiva , che va vissuta , non é un fatto meramente teoretico ; non é la verità matematica , inconfutabile e solida : detto in altri termini , di Galilei ci ricordiamo malgrado la sua figura , ma Bruno , se avesse abiurato , avrebbe senz' altro avuto meno importanza nella storia del pensiero . Non a caso questi personaggi " martiri " come Socrate , Anassagora sono tutti personaggi per i quali la testimonianza che hanno dato diventa un elemento della loro filosofia : Socrate aveva ben ragione a suo tempo a dire di non poter fare " marcia indietro " perchè sarebbe stato come negare tutto ciò che per una vita intera aveva sostenuto . Invece ha ugualmente ragione Galilei a dire il contrario , tant' é che si racconta che uscito dal tribunale dove aveva firmato il documento di abiura scalciasse contro la terra dicendo : " eppur si muove ! " , che é come dire : " io ho firmato il documento , sono salvo e posso proseguire i miei studi , però la verità da me sostenuta continua ad essere vera : la Terra continua a muoversi anche se io ho effettuato questa scelta ! " . In un certo senso Galilei ha fatto bene ad agire così perchè tanto le sue verità sono emerse nonostante la condanna e inoltre , dopo il documento di abiura , ha scoperto nuove verità che non avrebbe potuto scoprire se messo sul rogo . Questo non sarebbe certo stato valido per Socrate o per Bruno . I processi galileiani in realtà sono 2 : il primo avviene in seguito alla pubblicazione del Sidereus Nuncius , nel quale informa appunto delle sue scoperte astronomiche ( e dimostra la verità della teoria copernicana ) tramite il telescopio ; con questo processo però non si arriva a condannare Galileo , bensì la dottrina copernicana che venendo riconosciuta valida in ambito fisico va contro i principi della Chiesa . Tuttavia insieme a questa condanna vi é anche un ammonimento rivolto a Galileo con il quale gli si caldeggia di non sostenere più queste dottrine " pericolose " e lui obbedisce perchè é e vuole rimanere un " buon cristiano " per tutta la vita . Va senz' altro detto che se egli riprende la dottrina copernicana , lo fa solo perchè ha molti amici che svolgono attività nell' ambito della Chiesa e che gli consigliano teologicamente come difendere le sue dottrine ; questo dimostra come anche nella Chiesa vi fossero , accanto alle personalità più retrograde , anche uomini innovatori e pronti ad accogliere le novità . Tra i suoi amici c' é il sopracitato cardinale Maffeo Barberini , che in quegli anni viene nominato papa col nome di Urbano VIII . A Galileo pare proprio questo il momento migliore per tornare sulla questione copernicana ; papa Urbano VIII , però , non é d' accordo che Galileo chiami la sua opera " Sulle maree " e lo convince a rinominarla " Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo , tolemaico e copernicano " ; il titolo proposto dal papa é addirittura altisonante e mette sì in mostra la dottrina copernicana , ma comunque tira in ballo anche il sistema tolemaico - aristotelico , che era quello più classico e favorito dalla Chiesa . La parola " dialogo " , poi , implica un aperto dibattito tra due personaggi , uno che difende la teoria copernicana e l' altro quella tolemaica , con un terzo personaggio che fa da " arbitro " . Il titolo " Sulle maree " era più pericoloso perchè Galileo era erroneamente convinto che le maree fossero date , anzichè dall' attrazione esercitata dalla Luna sulle masse d' acqua della Terra ( come peraltro aveva dimostrato Keplero ) , dalla combinazione di movimento rotatorio e rivoluzionario della Terra attorno al Sole e questo implica che la Terra non sia ferma e quindi stravolge il sistema tolemaico . Nonostante la pubblicazione spalleggiata dal papa , la censura non può tollerare l' opera e allora Galileo é costretto all' abiura , la quale é accompagnata dalla condanna al carcere a vita , la quale viene tuttavia trasformata negli arresti domiciliari . Così egli può trascorrere il resto della sua vita nella sua casa di Arcetri , nei pressi di Firenze , assistito dalla figlia , aiutato nelle ricerche dagli allievi e venerato da coloro che venivano a incontrarlo anche da molto lontano . Nel 1638 scrive i Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra due nuove scienze . Muore nel 1642 .

 
A cura di Diego Fusaro

 

 




 
 

IL METODO SPERIMENTALE

 

Riassumiamo il metodo sperimentale galileiano : preparato il terreno con una pars destruens , si parte dall' esperienza attraverso la formulazione di un' ipotesi ( formulata in termini matematici , di rapporti che legano dinamicamente due fenomeni : anche quando i fenomeni mutano il rapporto rimane costante ) , poi si passa alla verifica sperimentale ( si tolgono gli elementi di disturbo per poter effettivamente misurare in termini matematici ) , se possibile si dimostra subito l' ipotesi , altrimenti si dimostra il teorema ( che é la conseguenza matematica dell' ipotesi ) ; dalla verifica del teorema si considera dimostrata l' ipotesi e quindi la legge . E se il teorema non fosse un dato verificato ? Dovremmo eliminare l' ipotesi e cercarne un' altra ? Ma Galileo fa un' affermazione apparentemente sconcertante : " sì e no " ; l' ipotesi sul piano fisico é evidentemente da scartare , non corrisponde a come funziona il mondo ; però per Galileo essa continuerebbe a rimanere valida sul piano matematico . Mettiamo il caso che l' ipotesi di prima non sia stata correttamentre dimostrata ; dell' ipotesi risultata indimostrata ( perchè indimostrato il teorema ) resterebbe vero che in un mondo " uniformemente accelerato " gli spazi percorsi saranno proporzionali al quadrato dei tempi .Una cosa é la realtà fisica , un' altra é la realtà matematica . D' altronde Galileo , grande ammiratore di Archimede , aveva studiato la sua legge dei moti spiraliformi : gli spazi successivi occupati da un corpo che si muove in modo spiraliforme . Galileo faceva giustamente notare che il fatto che in natura non esistano moti spiraliformi non toglie validità alle leggi di Archimede . E' un pò la stessa questione del sistema tolemaico : fisicamente é senz' altro sbagliato , ma matematicamente quadra perfettamente . Nell' ammettere che le realtà matematiche corrette non debbano per forza essere corrette fisicamente , emerge ancora il platonismo di Galileo : Galileo attribuisce come aveva fatto Platone valore autonomo alla coerenza interna delle teorie , quasi come se il moto uniformemente accelerato esistesse in un' altra realtà ( il mondo delle idee , avrebbe detto appunto Platone ) . La dimensione delle certe dimostrazioni in Galileo finisce per essere più importante rispetto a quella delle sensate esperienze . E' interessante quello che Galileo ci dice sulla costruzione del telescopio in una lettera : anche qui finiscono per risultare più importanti le certe dimostrazioni ; non descrive affatto dei concreti tentativi come avrebbero potuto fare gli artigiani olandesi ; Galileo invece ci descrive un puro e semplice ragionamento su quali risultati si sarebbero potuti ottenere da una determinata combinazione di lenti concave e lenti convesse . Quello che descrive nella lettera é un puro e semplice calcolo mentale : anche su questo piano prevalgono le certe dimostrazioni . Poi , sempre riguardo alla questione del telescopio , quando guarda sulla Luna e vede cose di cui non può avere una verifica empirica , ecco allora che ritorna in gioco il concetto già trattato della estrapolazione ( da dati disponibili ricavarne uno che non si ha ) : infatti non appena Galileo arrivò a dichiarare pubblicamente ciò che aveva visto in cielo , la prima cosa che gli obiettarono fu : " la lente ha deformato la realtà ; ciò che dici non é vero ! " ; poi ci furono obiezioni più sottili , per esempio ci fu chi disse " ciò che vedi é vero , ma può essere interpretato in modo diverso " . Galileo per difendersi da coloro che dicevano che ciò che vedeva era falso , un errore della lente dovette appunto ricorrere all' estrapolazione , che implica il ricorso all' esperienza , ma fino ad arrivare ad un limite che si colloca oltre l' esperienza stessa . Per usare l' estrapolazione con il telescopio si deve prima osservare qualcosa verificabile concretamente : faccio osservazioni e poi le verifico andando ad esaminare l' oggetto in questione di persona ; ciò che avevo visto col telescopio era effettivamente vero . Poi ripeterò l' operazione con un oggetto più distante di quello esaminato prima e vedrò che effettivamente ciò che vedo col telescopio corrisponde alla realtà perchè posso verificare di persona ; aumenterò sempre più la distanza degli oggetti presi in esame . A questo punto posso fare un' estrapolazione : se quello che osservo a 10 , 20 , 100 metri é vero quando poi vado a verificarlo concretamente , che cosa mi impedisce di credere che quello che vedrò alla distanza Terra - Luna non sia anch' esso vero ? E' lo stesso ragionamento della densità con l' olio , l' acqua e l' aria .