Lev Tolstoj nacque nella tenuta di Iasnaja Poljana il 28 agosto 1828, in una famiglia di tradizioni aristocratiche della vecchia nobiltà russa. La condizione di nascita lo contraddistinse sempre dagli altri letterati del suo tempo, da cui si sentì separato anche quando la sua condizione gli parve essenzialmente negativa.
Orfano di madre a 2 anni e a nove di padre venne cresciuto da una zia che gli permise di frequentare l'Università (prima lingue orientali, poi legge) che non portò comunque a termine.
Nel diario del 1846 leggiamo: "Lo scopo della vita è nello sviluppo generale di tutto l'essere" Poco più tardi T. sostenne un ideale di perfezionamento e di santità. Già dagli anni della giovinezza infatti T. fu alla ricerca di una giustificazione della vita davanti alla coscienza.
Ritiratosi in campagna a Jasnaja Poljana si arruolò come ufficiale dell'esercito nel 1851 e partecipò nel 1854 alla guerra di Crimea, dove ebbe i primi veri contatti colla morte ed iniziò la felice carriera di scrittore ("I racconti di Sebastopoli") avendo successo a Mosca.
Lasciato l'esercito, dal '56 al '61 si spostò tra Mosca, Pietroburgo, Jasnaja Poljana e l'estero.
In questo periodo si trovò diviso tra un ideale di vita naturale e senza preoccupazioni (la caccia, le donne e i piaceri) e l'incapacità di trovarvi il senso dell'esistenza. Dopo la morte del fratello (1860) che lo lasciò molto turbato, T. che già si reputava vecchio e senza speranza, si unì in matrimonio con Sofja Andrèevna Behrs. Il matrimonio fu la porta che permise a T. di raggiungere uno stato naturale di serenità stabile e duraturo. E' in questo periodo che nascono "Guerra e pace" e "Anna Karenina".
La vita familiare gli fornisce la convinzione che l'uomo sia creato per la felicità, e che il senso della vita sia la vita stessa, e T. vi giunge dopo anni di vera e propria crisi razionalistica.
Ma queste sicurezze furono lentamente incrinati dal tarlo della morte: è in questo contesto che si sviluppa la conversione verso la religione (che rimane comunque molto legata al razionalismo).
L'ultimo periodo della vita T. lo trascorse scrivendo moltissimo, avendo come nuovo scopo non più l'analisi della natura umana, ma la propagazione del suo pensiero religioso, che tra l'altro aveva fatto numerosi seguaci: pur cambiando totalmente lo stile e l'obbiettivo delle sue opere, non perse quella maestria stilistica che gli ha permesso di essere definito "il più grande esteta russo". Pur nella diversità dei temi possiamo sempre sentire il tocco del grande maestro e la sua inconfondibile voce, sempre tesa verso l'uomo e il dubbio nella sua esistenza.
Morì ad Astapovo nel 1910 all'età di 82 anni.
 

 


L'opera tolstoiana, per quanto immensa e variegata, ha una sua unità, una chiave di lettura comune: questo punto di unione è dato dall'analisi della vita umana, alla ricerca di una giustificazione razionale dell'esistenza; T. infatti cerca il senso e lo scopo della vita in primo luogo per riuscire a viverla.
Si può dire che Tolstoj difenda la vita umana come tappa fondamentale nello sviluppo dello spirito, e muovendosi attorno all'uomo valorizzi la vita contingente in vita universale.
Ma la sua vita fu caratterizzata oltre che dalla ricerca del valore universale, dalla lotta tra corporeità e spiritualità: in questo senso la "conversione" del 1880 non è che il risultato della crisi, l'enunciazione della nuova religione un modo di definire un equilibrio stabile.

Lo stile
Il primo Tolstoj si rifà al realismo russo e al "dettaglio superfluo" gogoliano, portando la sua analisi a scavare fino nell'intimo, alla ricerca delle motivazioni inconsce che spingono l'uomo ad agire. Il particolare, il temporale, l'accidentale sono modi che però non possono dare un messaggio universale, e dopo la conversione T. condannerà le sue prime opere (compreso "Guerra e Pace") arrivando a ripromettersi di non scrivere più: l'arte però era per T. uno e forse l'unico modo di affrontare la vita e non tardò molto a ricominciare ad esprimersi, anche se sotto forme diverse, legate all'esperienza mistico-razionale della conversione e alla propagazione del pensiero pseudo religioso che vi stava dietro.

La religione
L'interesse di T. è infatti legato solo alla morale e rifugge da una religione mistica o contemplativa: Dio non è riconosciuto come persona e i Sacramenti sono sbeffeggiati. Nel tentativo di creare una nuova religione possiamo vedere un altro legame del Tolstoj maturo col giovane Tolstoj che già nel 1855, come possiamo leggere nel diario, progettava di fondare una religione libera dai dogmi, capace di dare beatitudine sulla terra.
Tolstoj giunge a dire che nell'uomo c'è "un frammento di Dio" e che è nello scoprire questo e nel fare il bene la vera felicità: ma se per Dostoevskij la carità era fondamentale per scoprire Dio, per T. il rapporto col prossimo è un accidente, e la religione è prevalentemente egocentrica.

a cura di Gianni Migliarese