Resoconto 16 e 17 giugno 2007 a Libera

Le due giornate del 16 e 17 giugno 2007 svoltesi a Libera, spazio sociale anarchico autogestito, rappresenteranno veramente un momento importante per l’evolversi dell’anarchismo e del movimento anarchico in Italia, se saranno riuscite ad innestare e rendere operativo quel processo di coordinazione tra tutti i compagni e le compagne anarchici/che e tutte le realtà esistenti e operanti del movimento anarchico e libertario ipotizzato nella loro convocazione. Questo in fondo è stato lo scopo primo e fondamentale per cui i compagni e le compagne di Libera e SENZAGOVERNO si sono assunti l’onere e la gioia di organizzarlo e renderlo possibile.

Noi che l’abbiamo pensato, promosso e vissuto, ad avvenimento avvenuto pensiamo che il risultato ottenuto sia già stato di per sé ottimo, anche se per gioire fino in fondo dobbiamo ancora verificare se saremo riusciti effettivamente ad innestare quel processo di cui parliamo sopra e che auspichiamo fermamente. Perché ciò possa avvenire è però necessario che i compagni e le compagne tutti/e riescano ad assumere dentro di sé, in prima persona, il senso, il bisogno e la conseguente volontà di rendere operativi gli assunti condivisi.
Per due giorni più di un centinaio di compagni e compagne, provenienti da diverse località della penisola, hanno partecipato e discusso con grande attenzione e sentita partecipazione ai lavori per la condivisione del senso e del bisogno di coordinarsi, ma anche per la messa in opera di strutture tecniche di coordinazione, funzionali alla riflessione politica su ciò che si fa e sul da farsi, con lo scopo di rendere al massimo efficienti ed efficaci gli strumenti operativi e di propaganda per la diffusione di una cultura libertaria e la costruzione di una società anarchica.
Queste due giornate hanno confermato le preoccupazioni e i bisogni per cui le abbiamo organizzate. Lo spirito e il bisogno sono stati ampiamente condivisi e confermati, corroborati da una energia di fratellanza e sorellanza che ha aleggiato per tutto il tempo manifestando una comune tensione e dei comuni intenti. Le relazioni annunciate ed ascoltate, come gli interventi che in più di un’occasione hanno reso il dibattito corposo ed interessante, sono stati all’altezza delle aspettative nostre. Il riconoscimento della giustezza del bisogno di trovare il modo di coordinarsi, nel riconoscimento reciproco delle differenze di idee e delle diverse aggregazioni di partenza, è stato ampiamente confermato, con un ampio apprezzamento della validità etica e politica del molteplice e degli aspetti plurali, non vissuti in conflitto tra loro, ma come arricchimento delle possibilità. Ciò che invece sono state disconosciute sono le visioni univoche e uniformanti, perché nemiche della libertà.
Diverse proposte sono state messe sul tappeto.
Ogni proposta sarà vagliata ed approfondita in momenti di confronto specifici, tali da poterla rendere operativa in modo adeguato. Ciò che si è deciso sul posto è stata la progettazione di un sito per tenere la permanenza di contatti, informazioni, scambio di documenti e di opinioni finalizzati al sorgere di un coordinarsi destinato a durare, assieme ad un prossimo incontro da tenersi nell’ambito delle giornate della festa libertaria che si terrà a Marina di Massa alla fine di agosto prossimo (2 km dopo Massa sull'Aurelia direzione Pisa, traversa a destra davanti all'ospedale pediatrico apuano). Il giorno previsto dai compagni/e organizzatori è domenica 2 settembre dalle ore 10, durante il quale verrà affrontata in particolare la concretezza del rendere operative le proposte fatte ed eventuali successive che possono sorgere. In quell'occasione il gruppo che si è assunto l'impegno del sito e della mailing list presenterà la proposta di progetto.
E' stata posta la questione di garantire almeno una riunione “generale” della coordinazione all'anno, cercando di coinvolgere anche chi non è stato presente a questo incontro.
Con l’assenso entusiasta e unanime di tutti/e i/le compagni/e partecipanti al convegno assemblea del 16 e 17 giugno 2007, è stato deciso di produrre un manifesto nazionale di totale solidarietà a Libera, per la qualità alternativa della vita libertaria che finora è stata in grado di realizzare e per contrastare il continuo pericolo di sgombero cui è sottoposta da parte delle istituzioni del potere modenese locale, che vorrebbe devastare l’intera zona in cui Libera è collocata con la costruzione anti ecologica ed anti umana di un autodromo, in una regione che, fra l’altro, è già sufficientemente impestata da piste per corse e prestazioni motorizzate.
La redazione del periodico SENZAGOVERNO
Lo spazio sociale anarchico LIBERA di Marzaglia (MO)

 

 A tutti i compagni e le compagne anarchici/he e libertari/e


Il 16 e il 17 giugno 2007 nello spazio sociale anarchico autogestito Libera di Marzaglia vicino a Modena, organizzato da Libera e dalla redazione di Senzagoverno, si è svolto un convegno nazionale di riflessione e confronto, per gettare le basi di una coordinazione permanente tra tutti i compagni e le compagne e tutte le realtà esistenti e operanti del movimento anarchico e libertario.

Durante queste due giornate più di un centinaio di compagni e compagne, provenienti da diverse località della penisola, hanno partecipato e discusso con grande attenzione e sentita partecipazione ai lavori per la condivisione del senso e del bisogno di coordinarsi. Per tutto il tempo si è respirato un clima diffuso e condiviso di fratellanza e sorellanza. Le relazioni annunciate, come i diversi interventi che si sono succeduti, hanno reso il dibattito sempre interessante e puntuale. L’intero svolgimento dei lavori alla fine si è perciò rivelato all’altezza delle aspettative e del senso.

A mio avviso, forse, sono risultate deboli le proposte finali per dare un seguito immediato conseguente con la qualità del dibattito scaturito dal convegno stesso. Il fatto è che abbiamo alle spalle decenni di tentativi falliti rispetto a questo tema e a queste esigenze, che ci hanno portato a pensare che la cosa principale non poteva che essere di dare un’impostazione teorica alta al bisogno di progettualità condivisa e di coordinazione del comune operare. Quando perciò abbiamo pensato e organizzato le due giornate, convinti di dover soprattutto lottare per far trionfare il senso e l’idea di volersi e doversi coordinare, non abbiamo anche pensato di portare proposte concrete da attuarsi subito. Invece, per quello che mi riguarda a sorpresa, ci siamo trovati di fronte a un’assemblea, rappresentativa di tante realtà operanti sul territorio, già predisposta e desiderante di volere che il coordinarsi prendesse forma e corpo. Per questo la qualità del dibattito è stata nell’insieme al di sopra delle aspettative più rosee e desiderate, mentre è risultato debole l’aspetto concretizzante.

A convegno avvenuto, constatato quanto siano forti la volontà la tensione e la predisposizione a voler realizzare, diventa perciò importante, in un certo senso indispensabile, dare corpo e forma all’impegno morale e agli intenti comuni che lì si sono ampiamente manifestati. Bisognerebbe cioè effettivamente riuscire a mettere in moto e a rendere efficiente una coordinazione permanente, voluta e condivisa, in grado di distribuire saperi, conoscenze, informazioni e idee. Un percorso soprattutto capace di dare avvio a un processo costante di riflessione e di analisi collettive, per comprendere e condividere con piena coscienza ciò che si vuol fare e che senso ha il fare, nella consapevolezza comune del perché lo si fa. Perché tutto ciò possa realizzarsi c’è bisogno di strumenti, luoghi e momenti di confronto e dibattito, in modo che le differenze si evidenzino per poterle apprezzare reciprocamente, ma anche in modo che le ipotesi diverse riescano a sperimentarsi e compararsi, così che le visioni comuni trovino terreno concreto per decisioni comuni. È una logica di unione, più che di unità. Per dirla alla Bookchin, con una metafora ecologica estremamente efficace, è l’unità nella diversità applicata. È la valorizzazione del molteplice e il rifiuto dell’univocità e dell’uniformità, unici facitori di senso in grado di realizzare la libertà degli intrecci della complessità umana e sociale.

Ma per mettere in moto un simile processo di riflessione e d’intelligenza collettive e plurali, su un piano di confronto paritario e non gerarchico, non bastano gli strumenti e le modalità adeguate. Sopra ogni cosa, da parte di ognuno/a di noi, ci vuole la ferma e determinata volontà di farlo, perché non può che farsi attraverso una volontà comune e condivisa in cui riconoscersi, che riesca ad appartenerci, vissuta come patrimonio di tutti noi e insieme pratica personale.

Compagni e compagne, in una fase generale in cui le strutture gerarchiche della conservazione politica dell’esistente che combattiamo invitano alla mobilitazione e alla “partecipazione” massime per designare chi li deve dirigere per riuscire a comandare tutti, compresi noi che non lo vogliamo in nessun modo, diventa indispensabile organizzarsi, su un piano di totale parità e reciprocità, per esercitarsi alla rivoluzione culturale e pratica, ma soprattutto per contrastare il loro progetto di subordinazione con un progetto, alternativo radicale fattibile allettante e praticabile, che riesca a rendere operativa la gestione diretta e collettiva del pensiero, delle scelte, delle possibilità.

Attivare un processo di riflessione collettiva, che riesca ad essere al contempo pienamente operante ed efficiente, non è affatto facile. Soprattutto ha estrema necessità di essere condiviso, sentito e vissuto come patrimonio di tutti/e, interiorizzato da ognuno/a di noi come valore e come senso. La sua efficacia e potenziale forza risiede tutta in questo fatto: una riflessione collettiva, per riuscire ad essere coerente ed efficiente, non può che essere attivata e sentita propria con forza dall’insieme della collettività che vi si riconosce, altrimenti semplicemente non può. La ricchezza di tanti individui diventa collettiva se deriva dalla partecipazione sentita di ognuno/a. Nelle relazioni che se ne determinano aumentano in modo esponenziale lo scambio, il dono reciproco, la riflessione condivisa e l’intelligenza che prende forma dal confronto e dalla comparazione. All’interno di questo processo in atto non bisogna aver paura dell’errore, mentre bisognerebbe trovarsi immersi psicologicamente in una tensione euristica, di sperimentazione e di scambio continui.

Per tutto ciò invitiamo tutti i compagni e le compagne che riconoscano le esigenze e il problema a partecipare a e incontrarsi al prossimo incontro di Massa, per la fine di agosto. Lì discuteremo con forza e convinzione di come rendere concreto il progetto, portando diverse e molteplici proposte e opzioni, che si confronteranno e che verranno discusse ed approntate, dando origine, forma e contenuto a quel processo che è dentro di noi e di cui sentiamo il bisogno operativo.

Andrea Papi



www.libera-unidea.org   libera@libera-unidea.org